domenica 28 febbraio 2016

PUR COL FREDDO...SI SPAGHETTA!



Questo è un periodo davvero particolare, e non parlo solo a livello personale, ma intendo proprio a livello climatico e di conseguenza della natura che ci circonda.

Abbiamo avuto un inverno praticamente mite, pioggia praticamente assente, di neve nemmeno l'ombra. Pare sia stati l'inverno più caldo degli ultimi duecento anni. Ma non sono io a dirlo...Ieri sera stavo guardando, con curiosità, il programma Scala Mercalli, sul terzo canale "statale".

Programma davvero interessante, se non fosse, per il magone che, a fine programma, ha velato cuore e occhi!

Bene o male, dal programma è venuto fuori che: i nostri ghiacciai spariscono ogni anno di un metro (tantissimo), ecosistema e tutto quello che circola intorno sta andando a farsi benedire; per non parlare del ghiaccio permanente che, non solo si trova in Siberia, ma anche nelle grotte di casa nostra, si sta praticamente sciogliendo alla velocità della luce, creando un vero problema a livello di inquinamento del pianeta.

E perché? domanderete voi!

Perché oltre agli allevamenti intensivi, che non solo prosciugano le acque per dar da mangiare ai poveri animali per farne bistecche, il ghiaccio permanente contiene al suo interno un'alta percentuale di Co2. Così succede che questo, quando inizia la sua fase di scioglimento, emana nell'atmosfera una grossa quantità di questo gas!

Mica male eh?!

E tutto questo è dato praticamente, dal nostro consumo di energia, che sia fossile, elettrica o quant'altro.

In paesi in via di sviluppo, e non solo (si vedano gli emirati arabi ad esmpio), hanno un consumo tale di queste energie che praticamente, per la loro ingordigia, stanno mandando a "ramengo" il nostro pianeta!
C'è da dire anche che negli anni precedenti, nazioni come Stati Uniti ed Europa hanno insegnato veramente bene a come sfruttare la terra, per il proprio interesse, fregandosene altamente delle conseguenze che questo poteva comportare, e che a tutt'oggi ancora ne subiamogli effetti!

I vari trattati che hanno fatto negli ultimi vent'anni hanno portato a ben poco, anzi paradossale è che con l'aumento delle precauzioni, e del tentativo di salvaguardare il pianeta, il calore e le immissioni di gas siano aumentate!

Si spera veramente che con il Congresso di Parigi, svoltosi appunto nella capitale francese, lo scorso dicembre, e con il benestare di tutti i capi di Stato presenti, qualcosa possa cambiare davvero. (ho dei seri dubbi).

Mi viene in mente una frase che, tristemente, l'altra mattina ho detto a mio figlio. Lui mi ha chiesto se per caso non ci fosse ancora smog nell'aria ed io, arcuando leggermente le spalle e guardando fissa a terra, cercando di tranquillizzarlo gli ho risposto di stare tranquillo, perché stava piovendo,  e la pioggia stava portando via lo smog!

Certo!!... che poi quest'acqua va in terra, per andare poi nelle falde acquifere, per essere poi queste acque "ripulite" chimicamente...
Un bel quadretto non c'è che dire!!

Ma tornando al clima mite di quest'inverno; per me non è stato mite affatto; sarà probabilmente la tiroide, che ogni tanto bussa alla porta del mio corpo, per farmi capire che lei c'è, esiste, e vuole essere ascoltata, e che io la devo trattare bene (con il cibo).
Tutto questo per dire che anche se colonnina di mercurio segna 10° all'esterno, io ne percepisco -2!!

E visto che sono una persona "temeraria", e che soprattutto vuole dar retta alla sua tiroide, ho pensato di preparare degli spaghetti di daikon con un pesto di cavolo nero, pomodori essiccati, e delle olive nere per guarnire!
Si lo so molti potrebbero storcere il naso, nel leggere il pesto di cavolo nero, ma visto che non siamo tutti uguali, e che ogni fisico reagisce a suo modo, il cavolo nero o meglio le brassicaceae (o crucifere), alla mia tiroide le fanno un baffo! Peggio è se mangiassi cotto, ve lo posso assicurare; inizierei ad avere delle vampate di calore, senso di spossatezza e bruciore ai muscoli, come se avessi la febbre!
Credo che ascoltarsi, ascoltare i messaggi del nostro corpo, sia la cosa migliore, per capire cosa e come dobbiamo mangiare.
Chissà magari farlo anche con la terra e i messaggi che ci manda da secoli non sarebbe poi tanto male; ma purtroppo si sa, spesso l'essere umano pecca di gola!

martedì 23 febbraio 2016

NUOVE RICERCHE



Un periodo questo, dedito alla sperimentazione fotografica.
Sono sempre stata appassionata di fotografia...Ricordo che in Accademia a Bologna seguivo un corso del fotografo e professore Ken Dami, tutt'ora esistente con un suo museo, il Museo Ken Dami a Brescia.
In quel periodo seguire la fotografia era, per me, troppo dispendioso a livello economico. Avevo una vecchia Minolta di mio padre, me la cavavo benino, ma le richieste del professore erano davvero tante. Avevo infatti saputo che alcuni studenti del corso, erano arrivati a spendere la bellezza di "un milione" delle vecchie lire (pari a 500€ attuali), per seguire tutto ciò che lui chiedeva.
Non a caso al mio esame presi un bel 18 secco!!
Ma questo non mi demoralizzò nel proseguire, nel mio piccolo questa mia passione.

Così a distanza di tempo mi ritrovo oggi, a continuare la mia ricerca, anche se incentrata sul cibo; ma non disdegno anche architetture o scene di vita quotidiana, magari rubate all'insaputa del soggetto!

Quindi per ora mi dedico alla ricerca, alla sperimentazione, a creare ancora ricette, per poter essere fotografate e sviluppate al meglio.

P.s si accettano commenti, che per me sono sempre spunto di riflessione e di confronto (se non ci sono insulti o cattiverie) ;)

SUCCO ROSSO

INGREDIENTI per 1 persona

1 barbabietola cruda
2 coste di sedano
1 carota
1 limone
1 pezzetto di zenzero (che disinfetta la gola ed aiuta l'apparato digerente)

ATTREZZATURA
Estrattore

PROCEDIMENTO

Pulisco bene tutta la verdure e pulisco il limone privandolo della scorza, ma non la butto via; la tengo per poi essiccarla e frullarla, in modo da avere della polvere di scorza, sempre pronta per preparare dei dolci o aromatizzare dei piatti.
Taglio poi la verdura a pezzi e inizio a metterla nella bocca dell'estrattore. Una volta ottenuto il succo servo e bevo subito.
Questo è un succo rimineralizzante, data la presenza della barbabietola, ed anche drenante con la presenza del sedano.

lunedì 15 febbraio 2016

NULLA E' COME SEMBRA


Quest'anno ho provato a cimentarmi nella ricetta delle frittelle lievitate.
Niente chiacchere, niente frittelle, ad impasto morbidissimo, con uvetta; ma una pasta lievitata profumata al limone e  vaniglia.

Queste frittelle hanno riportato la mia mente a quando ero bambina, e passavo le domeniche da mia zia Rosetta; zia da parte di padre, con origini calabresi e trapiantata, per motivi lavorativi del padre (mastro gelataio al bar Basso), a Milano negli anni '50.

Mia zia viveva nelle case popolari di Giambellino, noto quartiere soprattutto negli anni sessanta e settanta per la "mala" milanese, che in quel periodo faceva sentire, in maniera forte, la sua presenza.

Passare la domenica a pranzo da zia Rosetta, era diventato un appuntamento fisso; soprattutto dopo la scomparsa di zio Marco.
Ricordo ancora i suoi sughi, e come di nascosto io e mio padre, entravamo in cucina, per rubare una fetta di pane pugliese,ed intingerla in quel sugo ancora fumante, con ustione del palato assicurata!
Ma correvamo il rischio, pur di placare fame e voglia di sapori veri!!

Una domenica come tante, a trovare mia zia, dentro di me (piccola bimba di otto anni), pensavo non ci fosse poi nulla di particolare, una domenica come tante...
Ma con mio grande stupore, la trovai nel cucinino della sua piccola casa, chinata sul tavolo ad impastare e ad unire dei cilindri sottili e lunghi, per poi adagiarli nell'olio bollente e passarli successivamente nello zucchero. Una luce fredda entrava dalla piccola finestra ed illuminava il tavolo, sul quale era appoggiato un canovaccio bianco, usato per fare lievitare quelle splendide frittelle che lei usava fare con le patate.

Una domenica come tante...come mi sbagliavo!
Nessuna domenica era come tante, erano domeniche di scoperta, di profumi decisi e forti, come la terra dalla quale proveniva mia zia, erano domeniche che sarebbero rimaste indelebili nei miei ricordi; e queste frittelle lo testimoniano.

I ricordi possono materializzarsi, ed il cibo ci aiuta in questo; sono macchine del tempo, come le foto (frase citata da mio figlio).


PICCOLE FRITTELLE LIEVITATE

INGREDIENTI

150gr di farina integrale
50gr di farina di riso
4 cucchiai di zucchero di canna
15 gr di lievito di birra
5 cucchiai di olio di semi di girasole
1 tazza e ½ di latte (170ml circa)
la buccia grattugiata di 1 limone
1 presa di vaniglia
olio di semi di arachidi per friggere
zucchero di canna per decorare

PROCEDIMENTO

Sciolgo il lievito di birra in ½ tazza di latte. Nel frattempo setaccio 100gr di farina
Aggiungo il  latte poco alla volta ed impasto, fino ad ottenere un impasto morbido ed omogeneo.  Se dovesse risultare troppo sodo, aggiungo altro latte. Metto poi la terrina in un luogo tiepido e lascio lievitare l’impasto fino a quando non raddoppia del suo volume.
Metto ora in una terrina lo zucchero, l’olio, la buccia di limone, la vaniglia ed il resto del latte. Lavoro tutto con una frusta fino a quando non ottengo un composto chiaro e spumoso.
Incorporo questo impasto alla pasta lievitata, lavorandola un po’., se fosse troppo liquido aggiungo altra farina. Aggiungo ora la farina rimasta e lavoro a lungo (10 Minuti), fino a quando questo impasto non risulta morbido ed elastico. Copro e lascio lievitare per 1 ora. Riprendo nuovamente l’impasto, lo lavoro ancora un pochino e formo dei cordoncini spessi 1 centimetro lunghi 10 cm. Unisco poi le estremità formando delle ciambelle che lascio riposare per 15 minuti.
Friggo le ciambelline che devono poi risultare dorate, e le lascio scolare su della carta assorbente.

Una volta raffreddate posso decorarle con dello zucchero di canna o con dello sciroppo d’agave.



mercoledì 10 febbraio 2016

UN CONTENITORE PARTICOLARE...DI EMOZIONI



La vita ti porta veramente a riflettere, volente o nolente, lo devi fare!

Inciampi di percorso, esperienze che segnano il tuo cammino, che siano positive o negative, in base alle persone con le quali le condividi. E tutto questo ti porta a riflettere; a chiedersi in che modo abbiamo commesso errori, che siano questi di valutazione o comportamentali.

Tutto questo però succede quando credi talmente tanto in quello che fai, che dai anima e cuore, in un progetto nel quale credi, e sei disposto a sacrificarti e sacrificare i tuoi affetti, per questo o quel progetto. Ma banalmente, perché noi umani siamo banali, tutto si frantuma quando ti scontri contro chi non comprende, contro chi ambisce e spinge al massimo, quando non ne ha le capacità cognitive e culturali. Questo purtroppo, tutt'oggi, succede troppo spesso.

Ed allora rifletti!
Rifletti e cerchi una via d'uscita a questa morsa, senza scervellarti poi troppo, altrimenti ne va della propria salute mentale.

Così arrivi poi alla conclusione che...si impara sempre. Non si è mai grandi abbastanza, non si è mai lungimiranti abbastanza, e soprattutto non si è mai abbastanza scaltri.
Ma ciò che si impara veramente, credo, è quello di rimanere sempre fedeli alla propria natura, al proprio cuore, e che non serve umiliare gli altri, se gli altri ti hanno o umiliato; non serve aggredire se ti hanno aggredito. Ciò che serve è proseguire sul proprio cammino, apprendere e conoscere da chi è più simile a te, e che riesce a farti notare gli errori, i tuoi errori, con pazienza senza imposizioni, che spesso diventano ricatti!




martedì 2 febbraio 2016

TORTA AL DOPPIO CIOCCOLATO



Questo per me è davvero un periodo intenso, soprattutto mentalmente, lavoro davvero un sacco!
Penso a tutto, forse troppo e a troppe cose contemporaneamente...
Il tempo scivola, diventa impercettibile, minuti e secondi sembra non esistano più, per non parlare delle ore.
Mi ritrovo con tante cose da fare, ma poco tempo per poterle attuare; e vorrei farne ancora di più, perché c'è sempre tanto da scoprire e da imparare.

Ma gli impegni famigliari, quelli lavorativi, quelli del "dovrei e vorrei fare"ti portano a fine giornata, e così le tue aspettative, perché di questo poi si tratta, vengono infrante.

Credo sia questo il modo sbagliato di affrontare la giornata, e forse anche la vita...credo. eh!?
Avere troppe aspettative, pensare che se si arriva in ritardo...il mondo possa finire in quell'istante, morirò e non avrò potuto : dire, fare, baciare, lettera e testamento!!

Ecco!

In queste poche righe, c'è un mio pensiero di fondo, che è maturato in questi anni: CHISSENEFREGA! (e perdonate il tono colorito).
Per questo sto decidendo seriamente, di prendermela con un po' più di calma, far in modo che il tempo diventi un compagno di vita con il quale condividere nuove esperienze e non un nemico da combattere, anticipandone le mosse.
Certo vivere poi un una pseudo-metropoli, come MILANO, rende questo mio obbiettivo un tantino arduo, ma voglio provarci. Voglio riprendermi il mio tempo, quello da dedicare alla mia famiglia, ai miei figli, alle cose che più amo fare, che sono tutto ciò che di creativo esiste su questo pianeta per potermi esprimere al meglio (ne ho la necessità).

Ed con queste righe, con questi pensieri, con i quali mi sono aperta a voi, voglio salutarvi con questa ricetta.
Credo che un blog serva anche questo no? Diciamo un mezzo che permette al confronto, se ci si vuole confrontare, crescere e capire; perché si impara e si cresce sempre...sempre!


TORTA al DOPPIO CIOCCOLATO con MOUSSE di SUGARLESS ( che trovate nel suo libro e ne suggerisco l'acquisto)

per la torta

1 stampo da 20cm infarinato

100gr di farina integrale
50 gr di farina di riso
50 gr di farina 0
3 cucchiai di zucchero
3 cucchiai di cacao setacciato
1 bustina di lievito per dolci
1 punta di cucchiaino di bicarbonato
50 gr di scaglie di cioccolato fondente
1 presa di vaniglia in polvere
1 presa di sale
3 cucchiai di olio di semi di girasole
250 ml latte di soia

procedimento

Preriscaldo il forno a 180°
In una terrina metto tutti gli ingredienti secchi, comprese le scaglie di cioccolato,e mescolo bene. Aggiungo poi gli ingredienti liquidi, prima l'olio e poi il latte di soia. Verso il composto nello stampo e cuocio a 180° per 30 minuti. Una volta pronta la torta la tolgo dallo stampo e la lascio raffreddare su di una gratella.

per la mousse

tanto ghiaccio
300gr di cioccolato fondente al 70%

Qui parte una spiegazione un po' complicata; praticamente per fare la mousse è importante controllare i grassi presenti nel cioccolato fondente. Questi grassi li trovate, solitamente, nel retro della confezione  alla voce "grassi".
Questo calcolo che andremo a fare, permette di sapere il quantitativo di acqua necessario per far si che si possa ottenere una bella e solida mousse.
Quindi moltiplico la percentuale di grassi per la quantità di grammi del cioccolato che utlizzo, e alla fine si divide tutto per 34.
Di solito io uso un cioccolato fondente con una percentuale di grassi al 31%, e l'acqua che adopero è di 270ml.

Ora per preparare la mousse, e dopo aver fatto tutti calcoli del caso, sciolgo a bagnomaria il cioccolato insieme all'acqua. Una volta sciolto bene il cioccolato, lo metto in un boccale cilindrico (poi vi spiego perché), uso quello del frullatore ad immersione. Preparo una pentola capiente e la riempio di acqua e ghiaccio. Metto poi il contenitore nella pentola, e con una frusta elettrica inizio a montare il cioccolato. Questa operazione dura all'incirca dai 15 ai 20 minuti. Perché più l'acqua è ghiacciata e meglio è!
Quando vedo che il cioccolato inizia a rassodare e a cambiare colore, lo metto in un contenitore e lo lascio riposare e ad addensarsi ulteriormente in frigorifero; più tempo ci passa e più diventa bella solida.
Passato il tempo di posa in frigorifero, posso farcire la torta.
Ah dimenticavo...uso un contenitore cilindrico, perché mi permette di non schizzare cioccolato dappertutto!